tre espressi fatti dalla cimbali, - dico io
poi dipingo un piccolo uomo senza faccia e senza nome che dice: vorrei andare a casa
io andare a casa non lo voglio
non confondere mai
(carissima rosalba)
l'insolito
con l'impossibile
dice geremia da geremei, geremia cuore d'oro, usuraio da agro pontino
quello che crede di aver veramente un cuore d'oro
e prima di dipingere coglio la prima mela, cioè lo coglio io. parliamo per la prima volta. non c'e nessuno, sabato mattina, fa caldo. fa caldo e il suono delle campane non si sente nell'aria calda. è il giorno di "puerto-rico jaco selecto". è mai stato in puerto-rico? ci andrebbe, se potesse? ma dove andrebbe? ma non lo chiedo, invece faccio quelle piccole domande: la mattina è buono o cattivo lei? la yoga fa lo stesso?
un'altro giorno del caffè e dei peshi, giovani e bianchi. i peshi degli occhi rotondi, delle bocche vuote. i peshi grandi e piccoli, quelli che sanno. non mangio niente. ma c'è una sensazione nuova: sono diventata un pesche, docile all'acqua. si sentono le voci. c'e ne una di rino gaetano. "la notte della festa è finita" - canta lui - "ma chi vivrà - vedrà". ho deciso di scrivere in italiano per non sbagliare, dire la verita è più facile, secondo me, quando si conosche soltanto qualche parola di una lingua straniera. qualche parola e due o tre regoli grammaticali.
infatti, a volte per dire la verità ci vuole, oltre che tre parole, una novità: la novità della lingua dimenticata.
ma anche in italiano la nascondo: e la verità diventa una mela o un peshe.
una mela o un peshe: ma questa cosa è capitata.
(amare e guardare - non è la stessa cosa)